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La psicologia filosofica ha circa duemilacinquecento anni di storia, limitandoci a considerare la tradizione occidentale. La psicologia scientifica ne ha solo 150 (all'incirca). Quest'ultima è nata alla fine dell'Ottocento ed ha conosciuto molte vicende nel corso del suo secolo e mezzo di vita. Ha fatto i suoi primi passi sotto la tutela dei filosofi e poi dei biologi e dei neurofisiologi. In ambito positivistico si pensò anche che essa potesse essere considerata una scienza provvisoria, destinata a "dissolversi" nella neurofisiologia con il progredire di quest'ultima. Ma la psicologia sopravvisse e nel corso del Novecento acquistò la sua autonomia teorica e metodologica, conobbe grandi sviluppi, differenziandosi in diverse tradizioni dí ricerca. Fu riconosciuta in ambito accademico, e fece nascere una nuova figura professionale: lo psicologo. All'alba del XXI secolo tutte queste conquiste sembrano minacciate. Con il grande sviluppo delle neuroscienze e soprattutto con il diffondersi di una "neuromania" ideologica e banalizzante che tutto riduce a spiegazioni "neuro", si affacciano nuove tendenze che prospettano un nuovo dissolvimento della psicologia nelle scienze neurobiologiche. Che ne sarà della psicologia e degli psicologi e a quali condizioni potranno sopravvivere?